
Tutto sulla BIG-truffa del secolo Banners Broker
In rete è pieno di gente che cerca modi, possibilmente facili e magari automatici, per fare un sacco di soldi senza saper fare sostanzialmente nulla, senza aver studiato, senza impegnarsi minimamente, senza assolutamente faticare, neppure per 5 minuti.
In sostanza, c’è gente che cerca modi per guadagnare soldi da casa senza fare un cazzo. Questo il succo del succo.
Manco a dirlo queste persone, gli ormai famosi opportunity seeker, sono in molti casi le prede perfette per veri e propri truffatori, che vendono il sogno di guadagni facili e poi se ne scappano col malloppo, lasciando i polli di turno, senza lavoro, senza guadagni e anche alleggeriti di un bel pò di sesterzi.
Cos’è Banners Broker?

Quello della pubblicità online è un mercato enorme e in costante crescita ed evoluzione.
Forse qualche anno fa vi sarà capitato di sentir nominare un sistema chiamato Banners Broker che permetteva di guadagnare proprio sfruttando le grandi potenzialità di questo settore.
Non era un’azienda italiana, ma ebbe un buon successo da noi, dove persone che cercano sempre nuovi modi, possibilmente facili per guadagnare online, di certo non mancano.
Banners Broker era un sistema di network, che proponeva la possibilità di acquistare e rivendere spazi pubblicitari, in sostanza banner su dei siti web e di guadagnarci.
Il sistema in realtà non era così semplice, ma in estrema sintesi questo era il business proposto. Perché ne parlo al passato? Perché oggi Banners Broker non esiste più ed è stato classificato come schema Ponzi, ovvero una super truffa inattiva da diversi anni.
Vediamo di capire meglio come funzionava Banners Broker, cosa prometteva esattamente e come mai si è rivelato un clamoroso schema piramidale, così da comprenderne bene il funzionamento per riuscire a difendersi in futuro, nel migliori dei modi, da tutte queste truffe mascherate da fantastiche opportunità.
Imparare a riconoscerle può fare tutta la differenza del mondo.
Fidati del buon Di Gasparro.
La storia di Banners Broker

La storia di Banners Broker ha diversi punti in comune con quella di numerose altre aziende che si sono rivelate poi delle gran belle fregature ed è per questo che la racconto in breve, così da poter individuare e poi riconoscere quando ti servirà, i segnali che fanno capire subito che c’è qualcosa di poco chiaro e che quindi è meglio non mettere a rischio i tuoi soldi.
Banners Broker nasce a Toronto in Canada nell’Ottobre del 2010, da un’idea di Crhis Smith e Kul Josun.
I due pensarono di intraprendere l’attività di mediatori tra chi voleva fare pubblicità online e i siti che la potevano invece esporre. Quindi da una parte c’erano gli Advertiser e dall’altra i Publisher.
Fin qui quello che faceva Banners Broker non era poi molto diverso, almeno da un punto di vista teorico, da quello che facevano tante aziende anche grosse come AdSense di Google.
Google però non chiede soldi ai Publisher e a complicare ancora di più le cose, Banners Broker offriva anche un pacchetto “Combo” riservato sia ad Advertiser che a Publisher, quindi si poteva sia comprare che vendere pubblicità.
Tanti tra quelli che hanno buttato dei soldi in questo sistema l’hanno fatto senza mai capire veramente come avrebbe dovuto funzionare in concreto, ma in pochi ovviamente sono pronti ad ammetterlo.
L’idea inizialmente sembrava buona e praticamente tutti in quegli anni pensavano che il settore della pubblicità online fosse in netta contro tendenza rispetto alla recessione globale.
Molti cominciarono quindi ad acquistare i pacchetti proposti e a coinvolgere amici e parenti.

L’azienda vantava poi un importante partner, Mastercard.
Ogni utente che ne faceva richiesta poteva ricevere la carta prepagata BB Mastercard, con la quale prelevare con facilità i propri guadagni derivanti dall’attività con Banners Broker, da un qualsiasi sportello bancomat.
Il primo problema che fece dubitare della salute, della credibilità e dell’etica dell’azienda arrivò però proprio quando la celebre carta di credito Mastercard, all’inizio del 2013, decise di interrompere la sua collaborazione con Banners Broker. Fu un duro colpo per il programma e alcuni utenti lo videro come un segnale d’allarme.
Molti però non si preoccuparono troppo e iniziarono ad usare in alternativa Payza e Solid Trust Pay per i pagamenti.
I problemi erano però iniziati e il declino di Banners Broker si rivelò presto inarrestabile.
I pagamenti divennero sempre più problematici e alcuni rimasero in attesa di ricevere i propri soldi per diversi mesi (inspiegabilmente). Come se non bastasse, in alcuni casi i pagamenti non arrivavano completi, ma solo per una frazione di quanto guadagnato, stando ai dati del proprio pannello di controllo.
Chris Smith prendeva tempo e inventava fantasiose scuse, dava la colpa a Mastercard e molti abbandonarono il network, ma alcuni ci restarono, nella speranza di recuperare quantomeno i soldi spesi fino a quel momento.
Alla fine Banners Broker ammise alcune responsabilità e i propri errori nell’invio di alcuni pagamenti.
Su vari forum di discussione online intanto sempre più persone bollavano Banners Broker come SCAM (ovvero una truffa bella e buona). In effetti i segnali c’erano tutti!
Il pannello di controllo dei guadagni spesso si bloccava, i pagamenti tardavano, alcune funzioni non erano più attive e la realtà dei fatti era evidente: l’azienda aveva una crisi di liquidità.
Non c’erano più soldi per pagare le persone. Il sistema non era più scalabile.

Il programma era durato senza particolari intoppi per più di due anni, ma alla fine non si è rivelato sostenibile.
Come capita spesso nei Ponzi, i primi ci guadagnano qualcosa, alcuni ci vanno in pari e molti ci rimettono, cioè la grandissima maggioranza.
Nel mondo del guadagno online bisogna essere abili nel prevedere la sostenibilità di un programma e capire se e quando entrare o uscire.
Oggi come oggi bisogna essere molto furbi e soprattutto formati.
Se ci sono i segnali di schema piramidale o Ponzi, l’ideale è starne letteralmente alla larga.
Anche se ci sono un sacco di prove di pagamento invitanti, condivise online da numerosi utenti, se qualcosa ci puzza, non facciamoci sedurre dalla prospettiva di facili guadagni.
Qualcuno viene sempre pagato, anche nelle mega truffe mascherate. Si tratta però di una percentuale piccolissima rispetto a tutti quelli che si vedono solo sfilare i soldi dal proprio portafogli.
Come riconoscere una truffa: cosa ci insegna Banners Broker
Intanto guarda questo breve video e renditi conto di come presentavano “l’opportunità Banners Broker” su YouTube… un video che vale più di mille parole.
Per certi versi Banners Broker ha fatto scuola, visto che alcuni evidenti segnali che si trattava di una truffa, si possono ritrovare, praticamente identici, in tanti altri schemi piramidali e simili.
Certo nel momento in cui non arrivano i pagamenti quello è un segnale chiaro, ma prima di arrivare a questo punto e aver lavorato gratis o addirittura aver investito soldi che non si rivedranno mai più, ci sono altri segnali che si possono cogliere.
Se aziende affidabili e serie, come Mastercard o PayPal non vogliono avere rapporti con un’azienda, questo non è per nulla un buon segnale.
Se si contatta l’assistenza e non risponde nessuno, questo è un pessimo segnale. Ad un certo punto le mail inviate a Banners Broker addirittura pare tornassero indietro, come se non esistessero più le caselle (renditi conto).
Se non si riesce bene a capire come funziona il sistema, questo diventa nel tempo sempre più complesso, articolato e poco trasparente e nessuno spiega nulla, questo è decisamente un pessimo segnale.
Alcune dinamiche sono comuni a praticamente tutti gli schemi di Ponzi.
All’inizio tutto sembra perfetto, tutti gentili, pagamenti puntuali, tutto funziona alla perfezione, poi inizia a cambiare la musica e i pagamenti arrivano in ritardo, non ci risponde più nessuno, le cose non funzionano, non si capisce cose si deve fare, con chi parlare e via dicendo.
A quel punto si rimane fregati. Diventa importante quindi saper riconoscere le truffe prima di trovarcisi in mezzo. Non sempre è facile, ma in caso di dubbi, anche un solo piccolo dubbio, meglio evitare il rischio.
Se hai avuto esperienze con Banners Broker, condividile con tutti quelli che leggeranno quest’articolo lasciando un commento alla fine.
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Riccardo Di Gasparro
Wow tanta roba, da imparare
Esattamente la stessa cosa che sta avvenendo adesso con un’altra piattaforma molto simile a questa. Il suo nome è: BANNERFIELD
Se qualcuno desidera informazioni in merito a come si sviluppa questa truffa sono a disposizione!
Buonasera Sig. Giuseppe,
Vorrei ricevere maggiori info, in quanto sono stato vittima, per fortuna ho investito poco.
La ringrazio.
Buonasera Giuseppe,
Quindi non c’è da fidarsi della piattaforma Bannerfield?
Grazie Giuseppe, anche anche io vorrei maggiori informazioni su BANNERFIELD, ho investito una piccola somma.
Erano gli anni ’90 quando qui in Italia iniziava a farsi strada altro sistema MLM (Multi Level Marketing). Chissà se c’è qualcuno che leggendo qui se lo ricorda, si chiamava “IL MILIONAIRE”. Alla modica spesa di 5.000.000 di lire (a quel tempo, pari più o meno ad un 7/8.000 euro odierni) potevi acquistare un tutto il necessario per un “corso” di auto-convincimento sul come fare soldi facilmente (secondo chi aveva inventato questo “sistema”). So di questa storia perchè al tempo c’era chi aveva provato a “tirarmi” dentro non riuscendoci, non mi capacitavo del perchè avrei dovuto spendere una tale cifra per una decina di musicassette a nastro e un 5 manuali cartacei. Pian piano il mio dubbio divenne realtà quando notai di come chi già “dentro” al sistema si affannava alla ricerca di altre persone che accettassero di partecipare al “sistema”. Veniamo a banners broker. Ricordo ancora chi lo ha portato qui in Italia (dal Canada), un certo Ivan Airoldi che poi si è dato molto da fare per portarlo anche in altri Stati europei. Non dico che lui fosse a totale conoscenza di come funzionava questo sistema, ma di sicuro so che probabilmente è stato il primo italiano ad “entrarci” e come tale, trattandosi di uno schema “Ponzi” (quindi con le decine di migliaia di italiani che si sono iscritti dietro a lui), sicuramente non è tra coloro che sono andati in perdita e/o a “pari”. In questo caso io ci sono cascato con tutte le scarpe, ma sono sempre stato “guardingo” (so di chi invece ci ha perso migliaia e migliaia di euro) e non ci ho mai messo molto delle mie finanze, volevo prima vedere quanto avrebbe retto il “sistema”. L’idea era bella, investire le proprie disponibilità nell’acquisto di spazi pubblicitari, nei quali poi avrebbero inserito le loro pubblicità (nei banner pubblicitari internet), i partner (publicher) che si sarebbero rivolti alla società (banners broker) proprio per questo motivo. Non è vero poi che erano soldi “facili”, ci dovevi mettere del tuo tempo per stare dietro ai pannelli e gestire il tuo account al meglio, chi lo faceva riusciva a “guadagnare” molto di più di chi lasciava che le cose andassero avanti da sole. Inizialmente si lavorava solo con i così definiti “wallet” (conti) virtuali tipo appunto payza che inizialmente NON AVEVA una sua carta ma solo il “wallet”, stessa cosa dicasi per solid trust. Poi questi “wallet” virtuali iniziarono a dare la possibilità di avere le loro carte (payza girava su circuito VISA) ed ad un certo punto la socità ci informò del fatto che avevano avuto l’autorizzazione ad avere una loro carta personalizzata, la carta banners broker (che girava su circuito MASTERCARD). Io queste carte le ho ancora tutte qui con me, so che payza è stato chiuso ed è attualmente sotto indagine della FBI (se si prova ad accedere al loro sito si apre la pagina con i sigilli del governo americano), ho provato per anni a farmi restituire quello che avevo sul conto (per fortuna poche decine di euro) ma ancora nulla di fatto e non credo che la cosa si risolverà visto che ora dovrei inoltrare domande agli organi americani solo per sapere se riuscirei a recuperare parte di queste poche decine di euro. La carta banners broker non sono MAI riuscito ad utilizzarla, so che le ultime giustificazioni che banners broker aveva dato riguardavano la compromissione di procedure di sicurezza del circuito MASTERCARD nel momento in cui alcuni iscritti al “sistema” avevano pubblicato su youtube video della loro carta di debito BB con i loro nominativi, numero di carta e codice CVV in bella vista. Gli iscritti lo avevano fatto per dimostrare come era vero che BB aveva una sua carta MASTERCARD e stupidamente non avevano “occultato” i dati sensibili presenti sulla stessa. Comunque, alla fine quando ho visto come anche i miei contatti (persone dietro le quali mi ero iscritto io) mi sollecitavano a convincere altri ad entrare ho mollato tutto e mi sono fatto pagare tutto quello che avevo nel conto. Ho chiuso il discorso dopo un anno (forse meno) di partecipazione, sarà stato il 2014 o 2015 non ricordo bene. Purtroppo si deve stare davvero attenti a queste cose e MAI fidarsi di chi si inventa sistemi ove ti spiegano che, per far si che tu possa guadagnare sempre di più in meno tempo, richiede che altri si iscrivano dietro a te, questo infatti è il CLASSICO sistema PONZI.C’è da dire che anche oggi, in special modo su youtube, se ne vedono di “soggetti” che ti propongono cose dubbie, sospette e credo pure illegali, ma lo fanno così alla luce del sole, da chi ti spiega di come se lo contatti ti farà guadagnare facilmente usando piattaforme di “trading online” a chi inventa le cose più disparate ed assurde. Tutta questa gente secondo me dovrebbe essere DENUNCIATA per ABUSO DELLA CREDULITA’ POPOLARE art.661 del codice PENALE (da 5 a 15.000 euro si sanzione).
Anche io avevo investito una piccola somma fortuna non ho investito di più