
In questo articolo ti parlerò in dettaglio del business My Advertising Pays e di tutte le voci che ancora oggi ci girano attorno.
My Advertising Pays è sempre stata una truffa o è un business che non è mai stato compreso?
Entriamo nel vivo, cominciamo subito!
Ci sono in rete un’infinità di siti e app che promettono guadagni facili e alcuni di questi affermano di pagare per visualizzare della pubblicità, per cliccare su dei banner, per compilare semplici moduli o sondaggi online o magari perfino per giocare con dei divertenti videogames.
Cosa c’è di vero? Si può veramente guadagnare guardando video o cliccando su banner pubblicitari?
Il tema è interessante e non semplicissimo da affrontare in modo rapido e comprensibile a tutti, ma ci provo ugualmente.
Alcuni condannano tutto questo come truffe, baggianate e via dicendo. In realtà delle criticità ci sono eccome, ma prima di chiudersi a riccio è sempre bene informarsi e ragionare un po’ per vederci più chiaro.
Non bisogna sempre credere a tutto e a tutti, ma cercare di mantenere la mente aperta, questo si, o si rischia di perdere delle opportunità.

Da un punto di vista strettamente teorico, non è impossibile che un’azienda paghi per guardare una pubblicità.
L’inserzionista paga per dare visibilità al suo spot o banner e quindi se l’azienda che cura la campagna promozionale decide di girare una parte, spesso molto piccola, di questo compenso a chi guarda o clicca il banner il sistema può funzionare.
Lo stesso papà Google, con Google AdSense, ha un sistema pubblicitario legalissimo e discretamente remunerativo (da certi livelli in su) che paga in base a quanti click il tuo sito o blog genera sui banner pubblicitari che vengono messi tra i tuoi articoli, in alto, in basso o di lato.
Ci sono però degli elementi critici non di poco conto.
Per prima cosa un aspetto etico. Chi fa pubblicità online investe per avere un ritorno economico e vuole che i suoi annunci vengano visti da persone interessate che poi diventeranno dei clienti, non da ragazzini pagati per star li a cliccare su cose di cui non gli interessa nulla o che non compreranno mai.
Non è proprio il massimo dell’eleganza andare a lucrare sulle spalle degli altri in questo modo.
Secondo aspetto, come accennato, spesso questi sistemi pagano pochissimo.
Si tratta di pochi centesimi a visualizzazione o a click, quindi spesso ci si stufa prima di arrivare alla soglia minima di pagamento o magari l’azienda chiude prima per truffa (di solito è così).
Insomma, non è impossibile fare due spicci o volendo anche i soldi veri con questi sistemi, ma nella stragrande maggioranza dei casi ci si sbatte tanto per un guadagno quasi inesistente.
Il sistema insomma, da un punto di vista strettamente teorico potrebbe anche stare in piedi, anche se con parecchi limiti e difetti. Cosa succede però se a tutto ciò che abbiamo detto fin qui si affianca un modello di network marketing? I guadagni si possono moltiplicare, il sistema diventa più interessante? Sarà davvero sostenibile nel tempo?
My Advertising Pays era proprio questo: un network marketing che pagava per guardare dei messaggi pubblicitari.
Vediamo com’è finita.
Il modello di business di My Advertising Pays: truffa o reale opportunità?

My Advertising Pays o MAP permetteva a chi si iscriveva alla piattaforma di acquistare dei pacchetti che prevedevano vantaggi diversi.
Andava poi svolta un’attività giornaliera, che consisteva nel visualizzare alcune pubblicità, ogni giorno.
In questo modo sul pacchetto acquistato si otteneva un profitto del 10 % dopo 3 mesi.
Il funzionamento del sistema non era molto chiaro, ma in sostanza tutti pagavano dei pacchetti pubblicitari e tutti (in teoria) guadagnavano guardano pubblicità. Mancava insomma una distinzione tra advertiser e publisher che come ti dicevo prima è invece in genere molto netta su altre piattaforme, tipo quelle di Google: AdWords e AdSense.
Anche senza approfondire più di tanto, la cosa sembrava da subito poco sostenibile e infatti non è andata a finire bene.
Vediamo come mai, un po’ più nel dettaglio.
In My Advertising Pays, ad un certo punto della sua storia, dopo un primo momento nel quale pareva tutto ok, c’erano delle testimonianze di pagamenti ricevuti e tanti investivano con entusiasmo.
Ha iniziato poi come spesso capita ad “aziende” simili ad avere dei problemi.
Inizialmente sembravano problemi tecnici al database, dovuti magari al successo e quindi all’aumento di traffico della piattaforma.
Poi però alcuni utenti lamentavano il fatto che l’assistenza non rispondesse o lo facesse con grande ritardo. Anche i pagamenti tardavano e l’azienda non comunicava il perché.
Insomma, un copione già visto e che si ripete praticamente sempre uguale quando un’azienda è in crisi: la bolla esplode e il modello di business si rivela non sostenibile.
My Advertising Pays si è rilevata una truffa con il classico Schema Ponzi e infatti i guadagni degli utenti derivavano dai nuovi iscritti che acquistavano nuovi pacchetti e via dicendo. Il sistema in questo modo, come ovvio non poteva andare avanti per molto.
Molti pensavano di aver scoperto il Network Marketing 2.0, che quello di My Advertising Pays fosse un nuovo e profittevole business online.
Si guadagnava molto di più facendo iscrivere persone che non dalla rendita dei pacchetti, quindi sembrava un network a tutti gli effetti, peccato però che come ho scritto mille volte, nei network marketing sani, legali e che funzionano e durano nel tempo servono prodotti o servizi di valore.
In questo caso invece si pagava per entrare in un sistema vuoto, dove i soldi venivano da altri iscritti, in un circolo vizioso che prima o poi si sarebbe palesemente interrotto.
Alla fine della pratica non si guadagnava quasi nulla guardando la pubblicità. Quello era un discreto specchietto per le allodole: si guadagnava il grosso facendo iscrivere altre persone, quindi sul reclutamento.
My Advertising Pays e The Advert Platform

Quando My Advertising Pays si è fermata dopo aver truffato migliaia di persone, i suoi vertici hanno pensato bene di cambiare nome e di riproporsi con The Advert Platform che molti conoscono semplicemente come TAP.
Anche questa volta all’inizio tutto pareva molto promettente e c’erano guadagni facili per tutti, almeno in teoria, ma anche in questo caso si trattava solo di un’entusiasmante truffa.
Potevano almeno fare uno sforzo e inventarsi una truffa diversa, invece hanno solo cambiato nome facendo un maldestro rebranding, come se si potessero così nascondere i buchi lasciati poco prima.
Il problema è che tutti vogliono fare soldi e che spesso li vogliono fare senza faticare neppure un po’.
C’è un bacino d’utenza veramente vastissimo pronto a farsi inculare da chi promette guadagni facili, più di quanto immagini.
Questo permette a super scam come quelli di MAP o TAP di avere sempre pesci che abboccano al loro amo.
E in Italia è più semplice di tanti altri paesi. Come se non bastasse!
La versione di My Advertising Pays
Bisogna sempre ascoltare le voci di tutti i soggetti coinvolti.
My Advertising Pays non è sparita nel nulla. Dopo lunghi e colpevoli silenzi, ha proposto una sua versione della storia e ha scaricato molte colpe sul gateway di pagamento.
Anche questo approccio a dire il vero non è una cosa originale. Altre aziende simili, hanno affermato che tardavano nei pagamenti per lo stesso motivo. Ti ricordi ad esempio di Banners Broker? Sembra un film già visto.
Ad ogni modo VX Gateway era il processore di pagamento che My Advertising Pays utilizzava e che nell’ultimo periodo di attività dell’azienda aveva bloccato fondi per ben 60 milioni di dollari.
My Advertising Pays ha fatto sapere ai suoi utenti che i pagamenti non arrivavano proprio per colpa di VX Gateway e quest’ultimo ha di contro avviato un’azione legale che ha vinto il 15 maggio 2017.
L’unica responsabile del fallimento di My Advertising Pays, secondo la sentenza del 2017, è stata quindi proprio di My Advertising Pays che si è rivelata a tutti gli effetti una truffa.
Leggi questo comunicato.

Le opinioni su My Advertising Pays
La storia di My Advertising Pays si è conclusa e oggi tutti riconoscono quest’azienda per quello che era, ovvero una truffa. In tanti in particolare tra il 2016 e il 2017 c’hanno rimesso dei soldi e quindi oggi è facile trovare in rete opinioni nella grandissima parte negative su MAP e TAP.
Un caso come questo dovrebbe fare scuola, ma ancora oggi si possono trovare in rete e in particolare su popolari social come Facebook un’infinità di truffe simili o comunque di sistemi per guadagnare grazie alla pubblicità online quantomeno sospetti.
Come dico sempre io da un millennio, basterebbe informarsi come si deve e STUDIARE quel poco che basta per salvarsi il culo. E invece no, siamo in Italy! 😀
Ci sono tanti gruppi dedicati a tematiche come guadagno online, guadagni automatici, guadagni facili, fare soldi cliccando e via dicendo. Spesso o sono truffe o sono delle colossali perdite di tempo. Trovare business seri, legali e sensati in questi gruppi è veramente difficile.
La pubblicità online è un grande business e colossi come Google e Facebbok, Instagram e così via ci guadagnano milioni veri, ma è piuttosto assurdo pensare che si possano guadagnare cifre interessanti in modo legale e sostenibile nel tempo solo guardano un video o cliccando su qualche banner online.
Come detto purtroppo c’è tanta ignoranza in giro e c’è tanta voglia di fare soldi facili senza pensare, ma solo cliccando in giro nel web con il pilota automatico.
La verità è che se si vuole guadagnare bisogna lavorare, bisogna faticare, bisogna investire sulla propria formazione e crescita, bisogna darsi da fare e prendere in mano la propria vita, senza aspettare che qualche fantomatica azienda che nel giro di qualche mese sparirà nel nulla, ci regali qualche centesimo.
Questo è uno dei tanti video-training che si possono trovare su youtube. Guarda come ne parlavano e come la presentavano. 😉
Realtà come My Advertising Pays hanno grosse responsabilità e a inquadrarle e dimostrarle ci pensa la legge, parlano le sentenze.
Anche gli utenti che si fanno fregare hanno però le loro responsabilità.
Bisogna tenere la guardia sempre ben alta, informarsi e non credere al primo commento entusiasta che si legge in giro.
Anche senza essere degli esperti di marketing, di economia o di pubblicità, era palese a chiunque avesse un minimo di buon senso che il modello di business di My Advertising Pays aveva qualcosa di poco chiaro e profondamente errato.
A tutti piacerebbe fare soldi senza nessuno sforzo o impegno, ma la realtà va in un’altra direzione ed è tempo di svegliarsi e di imparare a riconoscere le favole, le truffe e le cazzate.
Meglio provare a fare sul serio una volta con un business legale e profittevole, che provare mille ponzi bruciando il tuo tempo, il tuo portafoglio e di conseguenza la tua vita.
Passo e chiudo! E non fare l’ominide, mi raccomando.
Se hai avuto esperienze con My Advertising Pays, condividile con tutti quelli che leggeranno quest’articolo lasciando un commento alla fine.
Ricordati di visitare anche la pagina “NUOVO? Inizia da qui!” perché c’è il percorso formativo di MLM numero 1 in Italia, preparato ad HOC proprio per te.
Inoltre troverai diversi articoli per approfondire anche il discorso truffe e piramidi varie… 😉
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Ciao e a presto, ci vediamo sul campo e in community!
E nel Blog, ovviamente 🙂
Riccardo Di Gasparro
Ciao, Il Tuo è un articolo mto interessante.
Sono stato un mapper, fregato dal sistema.
Che tu sappia, c’è in corso una denuncia o un ‘azione legale per provare a recuperare i soldi investiti?
Grazie
Manlio, purtroppo non so dirti nulla a riguardo.